ELISABETH BISHOP  

 

      

                         L'ARTE DI PERDERE

L'arte di perdere non è difficile da imparare;così tante cose sembrano pervase dall'intenzione
di essere perdute, che la loro perdita non è un disastro.
Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta il turbamento
delle chiavi perdute, dell'ora sprecata.
L'arte di perdere non è difficile da imparare.
Poi pratica lo smarrimento sempre più, perdi in fretta:
luoghi, e nomi, e destinazioni verso cui volevi viaggiare.
Nessuna di queste cose causerà disastri.
Ho perduto l'orologio di mia madre.
E guarda! L'ultima, o la penultima, delle mie tre amate case.
L'arte di perdere non è difficile da imparare.
Ho perso due città, proprio graziose.
E, ancor di più, ho perso alcuni dei reami che possedevo, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un disastro.
Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto che ho amato). Questa è la prova. È evidente,
l'arte di perdere non è difficile da imparare,
benché possa sembrare un vero (scrivilo! ) disastro

 

INSONNIA

La Luna nello specchio del comò
guarda milioni di miglia lontano
(e forse con orgoglio, a se stessa,
ma non sorride, non sorride mai)
via lontano lontano oltre il sonno,
o forse è una che dorme di giorno.
Se l'Universo volesse abbandonarla,
lei gli direbbe di andare all'inferno,
e troverebbe una distesa d'acqua
o uno specchio, sul quale indugiare.
Tu dunque metti gli affanni in un sacco
di ragnatele e gettalo nel pozzo
nel mondo alla rovescia dove
la sinistra è sempre la destra,
dove le ombre in realtà sono corpi,
dove restiamo tutta la notte svegli,
dove il cielo ha tanto poco spessore
quanto è profondo il mare e tu mi ami d'amore.


 

LA CARTA GEOGRAFICA

 

 

La terra sta sull’acqua, ombrata in verde.

Le ombre, o sono secche?, vi ricalcano
la linea di scogliere invase d’alghe
che dal blu schietto inclinano al verde.
O la terra si china a sollevare il mare dal profondo
e senza batter ciglio se ne avvolge?
Lungo il banco di sabbia fulvo
la terra tira il mare dal profondo?

L’ombra di Terranova è stesa immobile.
Il Labrador è giallo dove l’ha lubrificato
l’ eschimese lunare. Possiamo carezzare queste baie
leggiadre sottovetro come dovessero sbocciare
o far da gabbia pulita a pesci invisibili. I nomi
delle località costiere sfociano nel mare,
i nomi delle città attraversano i monti circostanti
– e il tipografo in preda a un’emozione
spropositata qui va in visibilio.
Le penisole palpano l’acqua tra i polpastrelli
come fanno le donne con gli scampoli.

Sulla carta le acque sono più quiete della terra,
ne informano la forma con le onde:
e la lepre Norvegia scappa a sud a nascondersi
I contorni scandagliano il mare, in cerca della terra.
Sono assegnati o sta ai paesi scegliere i colori
che al carattere o alle acque proprie meglio si confanno?
E’ imparziale la topografia; Ovest o Nord equidistanti stanno.
Con più delicatezza degli storici, scelgono i cartografi i colori.

 
da PensieriParole

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 1)L'ARTE DI PERDERE

 2)INSONNIA

 3)LA CARTA GEOGRAFICA

 

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