INCIPIT pag.2

 

                                                                   

 

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                     IN QUESTA PAGINA

                                                            

 

  1) MILAN KUNDERA: da "l'insostenibile leggerezza dell'essere"

   2) ELSA MORANTE:da "l'isola di Arturo"

     3) OSCAR WIDE:da" Il Ritratto di Dorian  Grey"

4)   BANANA YOSCIMOTO  da "UN VIAGGIO CHIAMATO VITA"

 

 

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L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE

L'idea dell'eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell'imbarazzo: pensare che un giorno ogni cosa si ripeterà così come l'abbiamo già vissuta, e che anche questa ripetizione debba ripetersi all'infinito! Che significato ha questo folle mito? Il mito dell'eterno ritorno afferma, per negazione, che la vita che scompare una volta per sempre, che non ritorna, è simile a un'ombra, è priva di peso, è morta già in precedenza, e che, sia stata essa terribile, bella o splendida, quel terrore, quello splendore, quella bellezza non significano nulla. Non occorre tenerne conto, come di una guerra fra due Stati africani del quattordicesimo secolo che non ha cambiato nulla sulla faccia della terra, benché trecentomila negri vi abbiano trovato la morte fra torture indicibili. E anche in questa guerra fra due Stati africani del quattordicesimo secolo, cambierà qualcosa se si ripeterà innumerevoli volte nell'eterno ritorno? Si, qualcosa cambierà: diventerà un blocco che svetta e perdura, e la sua stupidità non avrà rimedio. Se la Rivoluzione francese dovesse ripetersi all'infinito, la storiografia francese sarebbe meno orgogliosa di Robespierre. Dal momento, però, che parla di qualcosa che non ritorna, gli anni di sangue si sono trasformati in semplici parole, in teorie, in discussioni, sono diventati più leggeri delle piume, non incutono paura. C'è un'enorme differenza tra un Robespierre che si è presentato una volta nella storia e un Robespierre che torna eternamente a tagliare la testa ai francesi. Diciamo quindi che l'idea di eterno ritorno indica una prospettiva nella quale le cose appaiono in maniera diversa da come noi le conosciamo: appaiono prive della circostanza attenuante della loro fugacità. Questa circostanza attenuante ci impedisce infatti di pronunciare qualsiasi verdetto. Si può condannare ciò che è effimero? La luce rossastra del tramonto illumina ogni cosa con il fascino della ghigliottina. Or non è molto, mi sono sorpreso a provare una sensazione incredibile: stavo sfogliando un libro su Hitler e mi sono commosso alla vista di alcune sue fotografie; mi ricordavano la mia infanzia; io l'ho vissuta durante la guerra; parecchi miei familiari hanno trovato la morte nei campi di concentramento hitleriani; ma che cos'era la loro morte nei campi di concentramento davanti alla fotografia di Hitler che mi ricordava un periodo scomparso della mia vita, un periodo che non sarebbe più tornato? Questa riconciliazione con Hitler tradisce la profonda perversione morale che appartiene a un mondo fondato essenzialmente sull'inesistenza del ritorno, perché in un mondo simile tutto è già perdonato e quindi tutto è cinicamente permesso.

MILAN KUNDERA

 

 

 

ELSA MORANTE: da L'ISOLA DI ARTURO

Uno dei miei vanti era stato il mio nome. Avevo presto imparato( fu lui, mi sembra,il primo ad informarmene) che Arturo e' una stella:la luce più rapida e radiosa della figura di boote,nel cielo boreale! E inoltre questo nome fu portato pure da un re dell'antichità,comandante a una schiera di fedeli:i quali erano tutti eroi,come il loro re stesso,e dal loro re trattati alla pari,come fratelli. Purtroppo venni poi a sapere che questo celebre Arturo re di Bretagna non era storia certa,soltanto leggenda;e,dunque lo lasciai da parte per altri re più storici(secondo me, le leggende erano cose puerili). Ma un altro motivo,tuttavia bastava lo stesso a dare,per me, un valore araldico al nome.e cioè che a destinarmi questo nome (pur ignorandone,credo,i simboli titolari ) era stata,così seppi,mia madre.La quale,in se stessa non era altro che una femminella analfabeta;ma più che una sovrana per me

 

ELSA MORANTE

 

 

OSCAR WILDE:dal ritratto di Doryan Gray

LO STUDIO ERA PIENO DELL'ODORE INTENSO DELLE ROSE,E QUANDO LA BREZZA ESTIVA PASSAVA TRA GLI ALBERI DEL GIARDINO,PENETRAVA DALLA PORTA APERTA IL PROFUMO PESANTE DEL GLICINE O LA FRAGRANZA PIÙ DELICATA DEL BIANCOSPINO. DALL'ANGOLO DEL DIVANO DI CUSCINI PERSIANI SUL QUALE STAVA DISTESO,FUMANDO,COM'ERA SUO COSTUME,INNUMEREVOLI SIGARETTE,LORD HERRY WOTTON POTEVA APPENA SCORGERE LO SPLENDORE DEI FIORI DI CITISO,CHE HANNO LA DOLCEZZA E IL COLORE DEL MIELE.I RAMOSCELLI GRACILI SEMBRAVANO QUASI INCAPACI DI REGGERE IL PESO DI TANTA FIAMMEGGIANTE BELLEZZA.LE OMBRE FANTASTCHE DEGLI UCCELLI IN VOLO PENETRAVANO DI QUANTO IN QUANTO ATTRAVERSO LE LUNGHE CORTINE DI SETA CRUDA,LE QUALI SPIEGATE DAVANTI ALL'AMPIA FINESTRA,PRODUCEVANO QUASI UN MOMENTANEO EFFETTO GIAPPONESE E FACEVANO PENSARE A QUEI PALLIDI PITTORI DO TOKYO, DALLA FACCIA DI GIADA CHE,IMPIEGAVANDO COME STRUMENTO UN'ARTE CHE È NECESSARIAMENTE STATICA,TENTANO DI DARCI IL SENSO DELLA RAPIDITÀ E DEL MOTO.IL RONZIO OSTINATO DELLE API CHE SI FACEVANO STRADA ATTRAVERSO L'ERBA LUNGA,NON RASA,O ROTEAVANO CON INSISTENZA MONOTONA ATTRAVERSO I CORNI DORATI E POLVEROSI DEL CAPRIFOGLIO RAMPICANTE,SEMBRAVA RENDERE IL SILENZIO ANCORA PIÙ OPPRIMENTE.IL ROMBO CONFUSO DI LONDRA PAREVA IL BORDONE DI UN ORGANO LONTANO.

 

 

OSCAR WIDE

 

 

 

             UN VIAGGIO CHIAMATO VITA

 

La vita è fatta di piccole felicità insignificanti, simili a minuscoli fiori.

Non è fatta solo di grandi cose, come lo studio, l'amore, i matrimoni, i funerali. Ogni giorno succedono piccole cose, tante da non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l'anima respira e grazie alla quale vive.

 

Banana Yoshimoto

 

 

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