BELLE POESIE ...scritte da uomini PAG.2

                                 QUINTO ORAZIO FLACCO

                                                CARPE DIEM

NON DOMANDARTI-NON È DATO SAPERLO- QUALE SORTE CI RISERVANO GLI DEI, E NON CHIEDERLO AGLI ASTRI, O LEUCONOE;

ACCETTA DI BUON GRADO QUEL CHE SARÀ: SE MOLTI INVERNI GIOVE ANCORA CI CONCEDA O SE QUESTO SARÀ L'ULTIMO CHE FIACCA LE ONDE DEL MAR TIRRENO CONTRO GLI SCOGLI SII SAGGIA VERSATI UN PÒ DI VINO-È BREVE LA VITA- RINUNCIA A PROGETTI LONTANI. MENTRE PARLIAMO FUGGE IL TEMPO GELOSO:

CARPE DIEM, COGLI L'ATTIMO,NON PENSARE AL DOMANI.

                                     FEDERICO GARCIA LORCA

                                    MADRIGALE

IL MIO BACIO ERA UNA MELOGRANA PROFONDA E APERTA,LA TUA BOCCA UNA ROSA DI CARTA. LO SFONDO UN CAMPO DI NEVE. LE MIE MANI ERANO FERRI PER INCUDINI,IL TUO CORPO UN TRAMONTO DI UN SUONO DI CAMPANA LO SFONDO UN CAMPO DI NEVE. NEL CRIVELLATO TESCHIO BLU FECERO STALATTITI I MIEI TI AMO. LO SFONDO UN CAMPO DI NEVE. SI RIEMPIRONO DI MUFFA I MIEI SOGNI INFANTILI,E LA SPIRALE DEL MIO DOLORE TRAFISSE LA LUNA LO SFONDO UN CAMPO DI NEVE. ORA DOMINO SERIO L'ALTA SCUOLA IL MIO AMORE E I MIEI SOGNI (PULEDRI SENZA OCCHI). E IN FONDO È UN CAMPO DI NEVE

                                       WALT WHITMAN

                          CAPITANO MIO CAPITANO

CAPITANO,MIO CAPITANO! IL NOSTRO INFERNALE VIAGGIO È TERMINATO,LA NAVE HA SUPERATO OGNI OSTACOLO.IL PREMIO A CUI ASPIRAVAMO CI APPARTIENE,IL PORTO È VICINO,SENTO SQUILLARE LE CAMPANE,VEDO LA GENTE ESULTARE,SCORGO OCCHI CHE ACCOMPAGNANO IL NOSTRO TRIONFANTE SCIVOLAR SULL'ACQUA,LA NAVE ROBUSTA E INTREPIDA.MA OH CUORE!CUORE! CUORE!OH GOCCE ROSSE DI SANGUE,LÀ SUL PONTE DOVE GIACE IL CAPITANO,COLPITO A MORTE,GELIDO.,ESANIME.OH CAPITANO,MIO CAPITANO,RIANIMATI,ASCOLTA LE CAMPANE;PER TE SVENTOLA LA BANDIERA,PER TE SQUILLANO LE TROMBE,PER TE VENGONO LANCIATI FIORI E GHIRLANDE; PER TE LA FOLLA SI AMMASSA LUNGO LE COSTE,È IL TUO NOME CHE INVOCA,A TE VOLGONO I LORO VOLTI ANSIOSI.ECCO CAPITANOOH AMATO PADRE! IL TUO BRACCIO SOTTO LA TUA NUCA È SEGNO CHE SUL PONTE SEI CADUTO,GELIDO,MORTO.NON RISPONDE IL MIO CAPITANO LE SUE LABBRA SONO PALLIDE E SIGILLATE,NON SENTE EGLI IL MIO BRACCIO,E NON HA PIÙ ENERGIA DENTRO DI SÈ,NÈ VOLONTÀ. LA NAVE È ALL'ANCORA SANA E SALVA,IL VIAGGIO CONCLUSO:VITTORIOSA ESSA È TORNATA DAL MARE TREMENDO,RAGGIUNTA È LA META;ESULTATE UOMINI,SUONATE CAMPANE! MENTRE IO CON PASSO FUNEREO PERCORRO IL PONTE DOVE GIACE IL MIO CAPITANO,CADUTO,GELIDO,MORTO.

                                             PRIMO LEVI

                                   SOGNAVAMO

« Sognavamo nelle notti feroci Sogni densi e violenti Sognati con anima e corpo: tornare; mangiare; raccontare. Finché suonava breve sommesso Il comando dell’alba; «Wstawać»; E si spezzava in petto il cuore. Ora abbiamo ritrovato la casa, il nostro ventre è sazio. Abbiamo finito di raccontare. È tempo. Presto udremo ancora Il comando straniero: «Wstawać». » (11 gennaio 1946)

                                            PEDRO SALINAS

                             NON RESPINGERE I SOGNI

Se sogniamo che la pietra è pietra, questo è la pietra.

E viviamo sognandola. Sognare è il mezzo che l'anima ha perché non le fugga mai ciò che fuggirebbe se smettessimo di sognare che è realtà ciò che non esiste

                                                                     K.GIBRAM

                                                               I FIGLI

I vostri figli non sono figli vostri. Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa. Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi. E sebbene stiano con voi, non vi appartengono. Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri. Perché essi hanno i propri pensieri. Potete offrire dimora ai loro corpi, ma non alle loro anime. Perché le loro anime abitano la casa del domani, che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni. Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercare di renderli simili a voi. Perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri. Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati. L’Arciere vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane. Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell’Arciere. Poiché così come ama la freccia che scocca, così Egli ama anche l’arco che sta saldo.

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 IN QUESTA PAGINA

1) CARPE DIEM

(QUNTO ORAZIO FLACCO)

2) MADRIGALE

(FEDERICO GARCIA LORCA)

3) CAPITANO MIO CAPITANO (WALT WHITMAN)

4) SOGNAVAMO  (PRIMO LEVI)

5) NON RESPINGERE I SOGNI (PEDRO SALINAS)

6) I FIGLI  ( K.GIBRAM)